3p. knowtification: a shift from summative ... - VI Congresso CKBG

Ma in altri contesti e condizioni gli stessi strumenti, presentati dentro percorsi di
innovazione, ..... Such learning is achieved, not by following a few prescribed
paths but by criss-crossing ...... I dati sono stati raccolti da giugno a novembre
2014. ..... For audio treatment, Audacity (2.0.5) and Sony Vegas (Pro12.0) were
used.

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1 [pic] [pic] [pic] [pic] V Congresso Nazionale CKBG [pic] PROGRAMMA SCIENTIFICO Gli strumenti e gli ambienti tecnologici hanno prodotto, in alcuni
contesti, dei cambiamenti metodologici, culturali e sociali profondi.
Pensiamo al programma di innovazione educativa in Brasile o alla così
detta "Primavera araba".
Ma in altri contesti e condizioni gli stessi strumenti, presentati dentro
percorsi di innovazione, spesso non hanno prodotto cambiamenti reali. In
Italia, in particolare, si è cercato di introdurre le tecnologie a scuola
con vari programmi e sperimentazioni, gli ultimi dei quali hanno visto la
massiva adozione delle LIM come strumento rilevante per le classi 2.0.
Quelle stesse LIM, non avendo condotto ai cambiamenti auspicati, oggi
vengono considerate, nelle analisi che il Governo propone sulla scuola,
ingombranti e minacciose per i docenti (si veda il documento La Buona
Scuola, p. 74).
Nel documento "La Buona Scuola" si sostiene che la tecnologia debba essere
leggera e flessibile, abilitante, diffusa, discreta, rispettosa, personale
(citando l'approccio Bring Your Own Device - BYOD) soprattutto sostenibile
per le nostre risorse pubbliche.
Ma come si traducono in chiave operativa queste caratterizzazioni?
Le ragioni della scarsa incisività degli strumenti possono essere
molteplici. Si manifestano nella resistenza da parte dei possibili
attori/agenti (insegnanti, formatori) rispetto all'adozione delle nuove
tecnologie digitali per l'attività di insegnamento, nell'uso delle
tecnologie da parte di gruppi ristretti e chiusi che non sanno o non
riescono a diffondere l'innovazione a colleghi e allievi, nella portata e
durata limitata dell'innovazione, che non riesce a diffondersi e radicarsi,
nella scarsa continuità tra innovazione e pratiche attuali. Certo, occorre
anche considerare il peso finanziario e i livelli di competenze e di
preparazione della classe dirigente e dei formatori/docenti.
In altre parole, accanto ad alcune situazioni in cui le tecnologie digitali
vengono adottate con successo, in altri casi esiste una resistenza forte da
parte di insegnanti e scuole (e università) ad adottare nuove tecnologie
digitali per l'attività di insegnamento (pensiamo alla LIM, alla
possibilità di usare tablet, device personali, di adottare forme di
apprendimento a distanza); altre volte quando le tecnologie vengono
introdotte restano incapsulate dentro gruppi che si configurano come
"avanguardie" che restano isolate, senza cioè possibilità di diffusione ad
altri colleghi e classi. Spesso, infatti, le tecnologie vengono introdotte
con progetti che durano per un arco di tempo limitato e poi non procedono
oltre: finito il progetto, dismessa la tecnologia. Forse, allora, il
cambiamento duraturo è perseguibile quando vi è continuità con le pratiche
attuali, mentre imporre o richiedere un cambio radicale può essere
controproducente.
A monte, quando manca il riferimento a teorie psico-pedagogiche che guidano
l'innovazione, si rischia di non avere un chiaro orientamento. Manca
un'adeguata formazione finalizzata alla conoscenza e all'utilizzo di tali
teorie e vi è uno scarso sviluppo di competenze tecnologiche adeguate.
Mancano modelli di collaborazione tra scuola e università per sperimentare
le innovazioni. Manca una visione di quali tecnologie inserire a scuola e
come. Il documento su "La Buona Scuola" ipotizza l'esistenza di "innovatori
naturali" a cui affidare innovazione e aggiornamento: ma esistono davvero?
Se sì, come individuarli? Come coinvolgerli in un percorso di innovazione
trasferibile? Come equilibrare la necessità di capitalizzare pratiche di
provata efficacia con il bisogno di innovazione che la società attuale
richiede? CHAIR DEL CONGRESSO:
Gisella Paoletti - Università di Trieste COMITATO SCIENTIFICO
Anna Maria Ajello - Università Sapienza di Roma
Alessandro Antonietti - Università Cattolica di Milano
Ottavia Albanese - Università di Milano Bicocca
Elena Bettinelli - Università di Trieste
Elena Bortolotti - Università di Trieste
Stefano Cacciamani - Università della Valle D'Aosta
Sara Cervai - Università di Trieste
Donatella Cesareni - Università Sapienza di Roma
Matteo Cornacchia - Università di Trieste
Valentina Grion - Università di Padova
M. Beatrice Ligorio - Università di Bari
Helena Lozano - Università di Trieste
Stefania Manca - ITD-CNR, Genova
Gisella Paoletti - Università di Trieste
Chiara Passolunghi - Università di Trieste
Paolo Sorzio - Università di Trieste
Barbara Vogt - Università di Trieste
Maria Assunta Zanetti - Università di Pavia
Francesca Zanon - Università di Trieste
Luciana Zuccheri - Università di Trieste COMITATO ORGANIZZATIVO
Stefano Cacciamani - Università della Valle D'Aosta
M. Beatrice Ligorio - Università di Bari
Gisella Paoletti - Università di Trieste SEGRETERIA ORGANIZZATIVA
Gabriella Carbotti, Silvia Mancini, Alessandro Traversa, Bembich Caterina
Sito Web: http://www.ckbg2015.disu.units.it/
|INDICE | |
|Sezione "Abstract Keynote" | |
|......................................................................| |
|........................... 10 | |
|K1. Exploring Idea Landscapes (Scardamalia, M.) | |
|10 | |
|K2. Does Knowledge Building Have a Heart? Does it Have a Soul? | |
|(Bereiter, C.) 11 | |
|K3. Researching learning across contexts (Kumpulainen, K.) | |
|12 | |
|K4. Pervasive, dirompenti, seducenti, abilitanti: tecnologie | |
|interattive per l'innovazione sociale e il cambiamento (Marti, M.) | |
|13 | |
|Sezione "Knowledge Building Summer Institute Day" | |
|........................................................... | |
|1WS. Through the Eyes of a Protagonist: Experiencing KB in a Novel Way|14 |
|(Ellis, G., McGinnis-Cavanaugh, B., Rudnitsky, A., Ellis, S., Huff, | |
|I.) | |
|2WS. From Theory into Practice: A Journey of Inquiry and Knowledge |15 |
|Building (Haines,K.L.) | |
|1P. The Use of Annotation Tool to Support Knowledge Building Discourse|16 |
|(Kici,D., Khanlari, A.) | |
|2P. New Linking - New Presenting - New Thinking: Pedagogic Innovation |17 |
|Beyond Learning (Mackinnon, N.) | |
|3P. KNOWTIFICATION: A shift from summative assessment to knowledge |18 |
|building assessment. (Khanlari, A.) | |
|4P. Building ecologies for knowledge building (Smordal, O., Liestol, |19 |
|G., Erstad, O.) | |
|5P. Evaluating the "COMconèixer-Project" in Catalonia, Spain - |20 |
|Currently known as the Knowledge Building International Project | |
|(Montané, M., Amorós, C., Boixaderas, J. R., Boluda, P., Fermí, B., | |
|Martí, A., Morales, T., Rocaspana, M., Selva, D., et al.) | |
|6P. Towards multimodal indicators of idea improvement in knowledge |21 |
|building (Chen, B.) | |
|7P. The Development and Evaluation of a Globally Available, Web-Based |22 |
| | |
|Hematopathology Course using Moodle, Blackboard and Knowledge Forum | |
|Statement of the issue/problem (Punja, Z., Musani, R.) | |
| |23 |
|Sezione | |
|"Paper"...............................................................| |
|....................................................... | |
|1P. Agency in una comunità di apprendimento online: dall'Agency |23 |
|individuale all'Agency collettiva (Impedovo, M. A.) | |
|2P. Internet Information Literacy: tecnologie collaborative per le |24 |
|competenze informative (Ferrante, C.) | |
|......................................................................| |
|....................................................... | |
|3P. Scenari didattici per l'uso del video interattivo nella formazione|25 |
|professionale: quale efficacia per l'apprendimento? (Sauli, F., | |
|Cattaneo, A.) | |
|4P. I social media per l'occupabilità (Castro, M., Testaceni, G.) |26 |
|5P. Adattamento della Classroom Community Scale: uno studio sulla |27 |
|validità convergente e divergente (Perrucci, V., Cacciamani, S., | |
|Balboni, G.) | |
|6P. Percezioni e modalità d'uso dei Webinar ( Capobianco, S., Vanin, |28 |
|L.) | |
|7P. "Social Network? no grazie!": utilizzi e percezioni sulle |29 |
|tecnologie di docenti in formazione TFA e PAS (Petrucco, C., Grion, | |
|V.)